Chiesa Monumentale di SS. Severino e Sossio

Dalle incursioni saracene alla fondazione di un tesoro di arte e storia

 

Le origini della Chiesa Monumentale dei SS. Severino e Sossio risalgono al X secolo con l’ordine dei monaci benedettini che dalla collina di Pizzofalcone, a seguito delle temute incursioni saracene, si spostarono nel complesso monastico portando con loro  le reliquie di San Severino e successivamente quelle di San Sossio compagno di martirio di San Gennaro a Pozzuoli, rinvenute tra i ruderi del castello di Miseno. I monaci cercando materiale di spoglio per la costruzione della loro chiesa, tra i ruderi del castello, ritrovarono anche le ossa del santo martire. 

La visita guidata riguarderà la Chiesa e la sacrestia, edificio religioso frutto di varie stratificazioni storiche con un’enorme rilevanza artistica: vi lavorarono tra gli altri alcuni dei più importanti esponenti del Rinascimento a Napoli. Nel complesso si ricordano la cappella Sanseverino con i sepolcri dei tre fratelli della nota famiglia napoletana la cui tragica fine tutt’oggi suscita inquietanti interrogativi; la cappella di Girolamo Gesualdo. Tra esse si distingue per pregio la cappella Medici di Gragnano.

La chiesa ospitò nel 1594 Torquato Tasso, che si ritirò all’interno del monastero nei suoi ultimi mesi di vita. Già gravemente ammalato, fu visitato qui dai suoi amici napoletani più stretti, tra i quali il poeta Giambattista Vico e lo storico Giulio Cesare Capaccio, riuscendo nel contempo  a completare alcune sue opere di valore.

 

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